Da marzo 2012, coloro che arrivano in Italia, aventi dai sedici anni in su, e che richiedono un permesso di soggiorno della durata di almeno un anno sono tenuti a firmare, presso lo Sportello unico per l’immigrazione o in Questura, un ”accordo di integrazione” con lo Stato.
Nell’accordo ci si impegna a conseguire entro due anni una conoscenza dell’italiano pari al livello A2 e una conoscenza sufficiente dei principi fondamentali della Costituzione, delle istituzioni pubbliche e della vita civile in Italia; in particolar modo per quanto riguarda la sanità, la scuola, i servizi sociali, il lavoro e gli obblighi fiscali. Ci si impegna poi a far frequentare ai figli la scuola dell’obbligo e si dichiara di aderire alla “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” del Ministero dell’Interno.
Entro tre mesi dalla firma si dovrà anche seguire mini-corso gratuito di “formazione civica e informazione sulla vita civile” che ha una durata compresa tra le cinque e le dieci ore, con possibilità di essere svolto nella propria lingua d’origine o in una lingua a scelta tra: inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese, albanese, russo e filippino.
L’integrazione si misura con dei punti (o crediti), sedici dei quali vengono assegnati automaticamente alla firma dell’accordo. I punti sono associati alle conoscenze linguistiche, ai corsi frequentati e ai titoli di studio di ogni straniero, così come a determinati comportamenti, come la scelta del medico di base, la registrazione del contratto d’affitto e le attività imprenditoriali o di volontariato. I punti, però, si perdono in caso di condanne penali anche non definitive, misure di sicurezza personali e illeciti amministrativi e tributari.
A due anni dalla firma, lo Sportello Unico per l’Immigrazione esamina la documentazione presentata dal cittadino straniero (attestati di frequenza a corsi, titolo di studio ecc.) o, se questa non c’è, lo sottoporrà a un test. In entrambi i casi la verifica si chiude con l’assegnazione di un punteggio: da trenta punti in su, l’accordo si considera rispettato, da uno a ventinove si verrà“rimandati”, con l’impegno a raggiungere quota trenta entro un anno, ma se i punti sono zero o meno si perde il diritto di soggiornare in Italia e scatta l’espulsione.
Il Ministero dell’Interno cura, a questo scopo, un’anagrafe dei firmatari dell’accordo di integrazione, nel quale vengono registrati anche tutti i punteggi, le cui variazioni verranno di volta in volta comunicate ai diretti interessati. Questi potranno naturalmente accedere all’anagrafe anche per controllare la loro posizione.
Qui potete consultare delle tabelle su
I punti si possono controllare online attraverso il sistema di inoltro telematico del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione.
Qui trovate il testo dell’Accordo di Integrazione, nelle seguenti lingue:
Albanese; Arabo; Bengalese; Cinese; Francese, Inglese; Italiano; Pidgin, Portoghese; Romeno; Russo; Serbo; Spagnolo; Tagalog; Wolof; Yoruba